Le quattro fasi di un percorso dietetico

  1. La prima fase del percorso di dimagrimento è caratterizzata da una forte motivazione e dalla voglia di cominciare al più presto.  Si organizza spesa e famiglia e tutti finalmente sembrano pronti a mangiare correttamente.
    L'entusiasmo iniziale viene premiato con un calo di peso adeguato alle aspettative e questo invoglia a  continuare ritenendo che tutto sommato non è poi così difficile.

    E' un momento di grande spinta che deve essere sfruttato al massimo per consolidare le motivazioni e mettere in cascina quanto più fieno possibile, tenendo presente che come tutte le “lune di miele” anche questa fase passerà e verranno momenti più difficili.


  2. A questa prima iniezione di fiducia dove si sente di poter ottenere tutto e facilmente, segue un momento di stallo. La bilancia è fermata o addirittura segnala un piccolo aumento di peso. E' il momento in cui ci si rende conto che per raggiungere il peso desiderato ci vuole tempo e anche qualche sacrificio. Si è un po' frustrati, magari si comincia a pensare di mollare. 
    E' una fase critica che porta alcune persone ad abbandonare la dieta. Solo chi la supera ha più probabilità di portare a termine il percorso. Occorre prendere atto che i tempi del dimagrimento sono più lunghi del previsto, si devono riattivare le motivazioni iniziali, si deve aver fiducia nel Dietologo e fare leva sulla propria forza di volontà.
    Bisogna prendere atto che al peso forma ci si arriva camminando e non correndo.

  3. Nella terza fase si riprende un po' di sicurezza che porta ad accettare con consapevolezza i sacrifici alimentari anche se non promuovono più i cali di peso iniziali. Il Dietologo ci sostiene con empatia e comprensione. Ci si rende conto che non c'è una grande alternativa: si va avanti o si cede. 
    La voglia e il piacere di mangiare sono purtroppo superiori ai fabbisogni di energia, ma se non si vuole riprendere peso  si accetta nuovamente il programma alimentare proposto.
    Oppure si getta la spugna. Non ci sono più limitazioni o delusioni. Si decide di  abbandonare. Il piacere di mangiare annulla la motivazione iniziale e porta all'abbandono della dieta: questo significa recuperare il peso già perso e uscire da un percorso virtuoso che comunque ha permesso di ritrovare benessere, agilità, piacere estetico.

  4. Finalmente si raggiunge il peso desiderato! Si è riusciti a cambiare ciò che non piaceva del proprio stile di vita e di conseguenza a perdere quei chili di troppo che appesantivano e rendevano la vita più faticosa.
    Le indicazioni che ora  il Dietologo propone sono più libere rispetto al rigore dietetico precedente. Inoltre l'obiettivo che ora si deve programmare è più facile da gestire: occorre difendere il peso raggiunto. Ci si sente soddisfatti di se stessi, più sicuri ed energici.
    Occorre fidarsi di tutte queste emozioni positive che, insieme all'allenamento dei mesi precedenti, saranno il miglior antidoto alla paura di riprendere peso.

Dimagrire o deperire

La maggior parte della persone è convinta che perdere peso e dimagrire siano la stessa cosa; di conseguenza qualunque sistema che permetta di vedere sulla bilancia una diminuzione di peso è apprezzato, in quanto la perdita di chili  viene sempre interpretata come dimagrimento. Una dieta “fai da te”, una dieta consigliata da un amico, una dieta di moda, una dieta scaricata da internet, una dieta di supporto caldeggiata dal Personal Trainer della palestra, una dieta proposta dal blogger di turno, beveroni, barrette, tisane dimagranti tutto è lecito se fa perdere peso. Perché perdere peso vuol dire dimagrire e dimagrire vuol dire rimettersi in forma.


Nella realtà le cose non sempre stanno in questi termini.


L’organismo è una struttura complessa fondamentalmente fatta di due parti: una parte magra e una parte grassa.

La parte magra comprende  scheletro,  muscoli, acqua (presente nel sangue e nei tessuti) e organi interni (cuore, fegato, reni, polmoni, visceri etc.).  La parte magra è la parte “nobile” e viene definita tale perché nel suo insieme caratterizza lo stato di salute dell’organismo.

La parte grassa è rappresentata dal “cappotto” adiposo che riveste la parte magra; si localizza fra i muscoli e la cute ed è responsabile del peso e del volume dell’organismo.


Un programma dietetico progettato sulla valutazione delle caratteristiche cliniche, funzionali e antropometriche del Paziente permette una riduzione ponderale  qualitativamente perfetta. Si osserverà un vero dimagrimento e cioè un consumo del cappotto adiposo nel rispetto totale della parte magra che spesso aumenta.

Al contrario se si segue un programma dietetico non adatto alle caratteristiche individuali del Paziente (per esempio una dieta caloricamente troppo bassa, peggio ancora un digiuno o un semi-digiuno, una dieta carente di sali minerali e vitamine, oppure troppo ricca di proteine o al contrario troppo povera di proteine e via discorrendo nel “mare magnum” di proposte più o meno fantasiose) la riduzione ponderale che ne consegue sarà qualitativamente patologica. Si osserverà un falso dimagrimento e cioè un consumo prevalente di acqua e muscolo con un calo irrisorio di massa grassa.


Questo significa che a seconda del tipo di dieta che si segue la risposta dell'organismo potrà essere diversa: una diminuzione di grasso (dimagrimento) nelle diete ben costruite, una diminuzione di muscolo (deperimento) nelle diete sbilanciate. Il  calo di peso in termini di chilogrammi sarà sovrapponibile, ma le conseguenze sulla salute saranno completamente diverse. Il deperimento induce uno scadimento delle condizioni di salute, una resa estetica discutibile e una rapida ricrescita del peso perso; il dimagrimento al contrario si esprime con un miglioramento della propria sensazione di benessere, una resa estetica ottimale e un più facile mantenimento del peso raggiunto.


Come Medico ho sempre puntato sulla qualità della risposta clinica.

Il mio approccio terapeutico è sempre rivolto al benessere del Paziente, con proposte che  salvaguardano lo stato di salute delle persone che si rivolgono a me a prescindere dalle varie mode alimentari che si sono susseguite negli anni.

I segnali del dimagrimento




Durante la terapia dietetica a un certo punto la bilancia evidenzia una diminuzione di peso, ma come possiamo capire se questo calo ponderale è qualitativamente corretto?

Ebbene i segnali  che assicurano se il trattamento ha consumato massa grassa nel rispetto della massa magra e che ci confortano nel proseguire la dieta sono fondamentalmente quattro: tre clinici e uno  strumentale.




Primo segnale (clinico)

Il dimagrimento è un atto medico e, in quanto tale,  deve dare “benessere”. Qualunque attività gestita in ambito sanitario non può mai arrivare a un risultato ottimale attraverso uno scadimento delle proprie condizioni di salute.

La principale differenza fra un calo di peso corretto e un calo di peso patologico sta proprio nella sensazione di benessere che accompagna il consumo di massa grassa e che al contrario non si avverte in quello di massa magra. Nel primo caso fin da subito si percepisce un senso di leggerezza, di agilità, di maggiore reattività fisica e intellettiva; nel secondo caso altrettanto prontamente si manifestano  malesseri non occasionali, piuttosto frequenti e molto ripetitivi (cefalea, difficoltà di concentrazione, cali di umore, vertigini, sensazioni sgradevoli di un imminente svenimento). Questi disturbi che spesso vengono accettati come un “normale” accompagnamento di una contrazione dell'alimentazione, sono in realtà  segni  e sintomi di un vero e proprio deperimento indotto da una dieta sbagliata.


Secondo segnale (clinico)

Il grasso e il muscolo hanno pesi specifici differenti. A parità di volume il grasso è molto più leggero del muscolo; per semplificare possiamo affermare che l'adipe che ci circonda è paragonabile a un cappotto di “paglia” e che la massa osteo-muscolare che ci sostiene è fatta di “piombo”. Ebbene essere privati di un chilo di paglia oppure di un chilo di piombo, sulla bilancia sembrerà la stessa cosa; al contrario si osserverà  qualcosa di molto diverso in termini di volume. In altre parole un chilo di paglia equivale a un chilo di piombo, ma nello spazio  la perdita di paglia/grasso sarà di gran lunga superiore a quella di piombo/muscolo.

La conseguenza clinica di questo discorso è che il dimagrimento oltre che da un calo di peso è caratterizzato anche da un calo di volume, mentre il deperimento  è caratterizzato soltanto da un calo di peso.

Nello specifico il dimagrimento induce una diminuzione di volume più o meno corrispondente a 0,5/1,0 cm per ogni chilogrammo di peso perduto a seconda dei distretti presi in esame.


Terzo segnale (clinico)

Il terzo segnale si identifica nella topografia del calo ponderale.

Il dimagrimento per definizione è perdita di grasso, di conseguenza  osserveremo una maggiore riduzione centimetrica nei punti più coinvolti (meno nella vita più nella pancia e nei fianchi nel soggetto femminile; più nella pancia meno nei fianchi e nella coscia nel soggetto maschile).

Viceversa nel deperimento, che ripetiamo è perdita di muscolo, si osserverà una maggiore diminuzione nei distretti corporei più magri (volto, spalle, arti).


Quarto segnale (strumentale)

Mentre gli indizi clinici rendono probabilistico il dimagrimento, il responso dell'Esame Impedenziometrico lo conferma in modo inequivocabile. Si tratta di un esame condotto in ambulatorio, per nulla impegnativo fisicamente, della durata di circa 2 – 3 minuti. E' molto simile, in quanto a esecuzione, a un esame elettrocardiografico; si applicano due elettrodi adesivi sul dorso della mano destro e altri due sul dorso del piede destro. Questi elettrodi vengono collegati con quattro cavi elettrici all'apparecchio che svolge l'esame. Questo misura  le resistenze dell'organismo alla progressione di alcune onde elettriche (non avvertite dal Paziente), e l'ampiezza dei relativi angoli di fase. Da questi dati, unitamente a una serie di misure antropometriche, un programma dedicato calcola l'esatta composizione corporea (Acqua totale, intra ed extra-cellulare, Massa magra e Massa grassa),  l'Indice di Massa Corporea (BMI), il Metabolismo Basale e altri dati molto utili  per il  proseguo del trattamento.

Misurando l'esatta quantità di Massa magra e di Massa grassa, l'esame Impedenziometrico diventa fondamentale e insostituibile nel confermare la qualità della diminuzione di peso che, come abbiamo più volte ripetuto, rappresenta lo scopo esclusivo dell'intera terapia.

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