Approccio medico

Chi deve essere il mio Trainer?

Tra i vari modi di approcciarsi al Paziente dietologico quello  medico è l'unico possibile perché le malattie della nutrizione (sottopeso, sovrappeso, obesità) e le loro complicanze e/o co-morbilità (diabete, dislipidemie, steatosi epatica, ipertensione arteriosa, infarto del miocardio, broncopneumopatie, apnee notturne, malattie osteo-articolari, disturbi gastroenterici, malattie renali, tumorali, intolleranze alimentari, allergie alimentari, celiachia) sono patologie. Solo un Medico può riconoscerle, affrontarle e risolverle.


La prima cosa che occorre dare a un Paziente al suo ingresso in uno Studio di Dietologia è innanzitutto una diagnosi che deve essere formulata attraverso l'analisi  delle cause del problema e del quadro clinico che si delinea. Nei Pazienti in sovrappeso/obesità si riscontrano frequentemente una serie di problematiche comuni: alterazione della composizione corporea, errori nella gestione dell'alimentazione, parametri ematici e funzionali patologici, qualità della vita faticosa, ridotta efficacia dei trattamenti farmacologici messi in atto per trattare patologie associate. Ne deriva che l'inquadramento diagnostico propedeutico al trattamento  non si può basare solamente sul riscontro del  peso del Paziente riferito a tabelle di normalità, ma deve derivare da una seria valutazione di quanto elencato.


La seconda e successiva cosa che occorre dare al Paziente in sovrappeso è un programma alimentare. Cosa si intende per programma alimentare? Esso indica   l'apporto di energia, la quantità specifiche di nutrienti, le procedure e le modalità di somministrazione degli alimenti. Deve essere progettato sul Paziente; deve rispettare i suoi gusti e le sue abitudini. Deve essere frequentemente modificato in base alla risposta clinica e alla comparsa di eventuali criticità riferite che se non vengono considerate possono portare alla interruzione del percorso proposto.


Da ultimo è necessario valutare la risposta clinica al trattamento.

Questo significa monitorare costantemente il calo ponderale, la nuova composizione corporea, gli esami di laboratorio e/o strumentali che permetteranno di aggiornare il trattamento rendendolo sempre più adeguato alla risoluzione del problema di partenza.

Approccio psicologico

Perché si mangia?

La prima ovvia risposta a questa domanda è perché si deve sopravvivere: occorre cioè introdurre  nell'organismo, sotto forma di alimenti, l'energia che gli serve per funzionare e questo è comune a tutti gli esseri viventi.

Tuttavia, a differenza di altre specie animali, l'uomo usa il cibo per tanti altri motivi e questo è la vera differenza tra l'uomo e il mondo animale.


Si dà al cibo più attenzione di quanto si dovrebbe e lo si collega a tanti altri contesti. Si mangia per festeggiare, per stare in compagnia, per placare emozioni che non si riesce a gestire; si mangia per noia, rabbia, solitudine, tristezza; si pensa che il cibo aiuti a riempire i buchi dell'anima e prima di capire che in realtà il cibo riempie solo il peso lasciando irrisolte le angosce, ecco che ha già fatto danni e il corpo ingrassa.


I quesiti che il Paziente in sovrappeso consciamente o inconsciamente si pone sono tutti concentrati sulla difficoltà a raggiungere gli obiettivi e a gestire una limitazione dell'alimentazione. In effetti ogni volta che ci si sottopone a una privazione (globale alimentare o specifica per patologia) ci si sente in forte difficoltà. Questo disagio per certi versi è giustificato dal fatto che l'alimentazione è un bisogno naturale come la respirazione: non si può inibirlo più di tanto. Tuttavia non c'è solo questo:  per molte persone il cibo rappresenta

una sorta di protezione/compenso nei momenti di difficoltà emotiva ed è questo che rende il trattamento dietetico un percorso non facile (le statistiche calcolano un abbandono della terapia intorno al 37% nei primi due mesi).


E' quindi essenziale che il Professionista della nutrizione, oltre a empatia e  solidarietà nei confronti del suo Paziente, conosca le risposte psico-emotive  al sacrificio alimentare e usi strumenti e tecniche di counseling per permettere  al Paziente di raggiungere gli obiettivi.

Approccio nutrizionale ed Elaborazione della dieta

Come si prepara una dieta?

Poche persone hanno un'idea corretta di come venga preparata una dieta.

Qualcuno pensa che sia sufficiente scaricare una dieta standard da un data-base; altri sono convinti che al Dietologo sia sufficiente la sua esperienza per arrivare alla stesura della dieta a partire dalla colazione e via elencando una serie di proposte più o meno coerenti con la tipologia del Paziente; altri pensano che diete di “moda” (tisanoreica, chetogenica, Ducan, Zona) siano di fatto già preparate e a disposizione.


In realtà il mio approccio alla compilazione di una dieta inizia con la determinazione accurata del Fabbisogno Calorico Giornaliero del Paziente (FCG).

Per arrivare al FCG si parte dal Metabolismo Basale (MB) che deriva dalle informazioni anamnestiche, dalla visita medica,  dall'esame impedenziometrico della composizione corporea.

Il MB è paragonabile alla “cilindrata del motore” ed è la quantità di energia che il paziente dovrebbe introdurre per mantenere il suo peso se rimanesse immobile e sveglio per 24 ore, in un ambiente a temperatura costante e in uno stato di totale rilassamento. In altri termini il MB è il minimo dispendio energetico necessario a mantenere le funzioni vitali e lo stato di veglia.

A questo punto per calcolare il FCG occorre aggiungere al MB le calorie dell'Azione Dinamico Specifica (ADS: produzione di temperatura generata dalla digestione degli alimenti) e quelle per gestire il movimento fisico nel corso della giornata.

Ottenuto il FCG si arriva alla definizione calorica della dieta, a seconda del calo ponderale che si vuole ottenere.


Definita la cornice calorica della dieta, occorre ancora calcolare i singoli fabbisogni di tutti i  nutrienti, cioè le quantità specifiche di carboidrati, grassi,  proteine,  sali minerali,  vitamine, acqua e fibra di cui l'organismo ha bisogno per rimanere in uno stato di benessere.


Successivamente, con l'aiuto di programmi studiati in questo senso, i fabbisogni specifici si tradurranno nell'elenco di alimenti e dei tempi di assunzione che costituiscono “la dieta” di cui tutti si ha esperienza.

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